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“SENZA L’OK DEI COMUNI A MARZO RICONSEGNO LE CHIAVI, PIU’ CHE UN PARTNER VORREI IL SOSTEGNO DEGLI ENTI”

INTERVISTA AL PRESIDENTE DI ESA: "ALLORA TOCCHERA' AI SINDACI". SU CONSIAG, FRANGIONI RICORDA: "NON GESTISCE RIFIUTI, SAREMMO SEMPRE NOI". LA REPLICA A PAPI, E LA RICHIESTA AI COMUNI DI AREE DI STOCCAGGIO

"SENZA L'OK DEI COMUNI A MARZO RICONSEGNO LE CHIAVI, PIU' CHE UN PARTNER VORREI IL SOSTEGNO DEGLI ENTI"

“Se entro marzo non avremo dai comuni l’autorizzazione integrata per la discarica di Literno, io riconsegnerò le chiavi della discarica, e dal giorno dopo saranno i sindaci a dover trovare le soluzioni”. E’ lo scenario immaginato dal presidente di Esa, Frangioni, che ha risposto alle critiche piovute sulla società negli ultimi mesi (e rinnovate ieri a TirrenoElbaNews dal sindaco Papi), soprattutto per i rincari delle tariffe di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Frangioni ha difeso la professionalità di Esa, ha chiesto nuovamente aree per lo stoccaggio della differenziata (“un’altra vecchia
storia che va chiarita una volta per tutte”), ma è sembrato abbastanza scettico sulla partnership con un altro soggetto (“più che una nuova società vorremmo il sostegno delle istituzioni”).
Si è parlato molto dell’ingresso in Esa di Consiag, un gigante toscano che si occupa soprattutto di energia. Una novità caldeggiata da Peria e anche da Bosi, seppure con tempi diversi.

Frangioni, lei cosa ne pensa di questo allargamento a Consiag?

“Penso che sia una decisione che ovviamente non spetta alla mia società. Ci sarà un confronto tra i soci – in particolare tra il socio di maggioranza (il comune di Portoferraio, ndr) e Consiag. C’è stato già un incontro e continuano gli approfondimenti. Quello che posso dire, nel merito, è che Consiag non gestisce i rifiuti, pertanto Esa rimarrebbe la società che – in mezzo a mille critiche – dovrà comunque gestire il ciclo dei rifiuti su questo territorio”.

E come risponde a queste critiche?

“Noi possediamo delle professionalità, che quotidianamente danno prospettive al governo di questi servizi, e da questo punto di vista siamo tranquilli. Forse più che una nuova società vorremmo il sostegno delle istituzioni, condividendone programmazione e scelte. Noi, tra l’atro, rendiamo partecipi i comuni delle nostre scelte, attraverso incontri e assemblee dei soci. . Mi sorprendo quando vengono fuori le inesattezze. Quando un sindaco – lo leggevo proprio stamattina sul vostro giornale – si chiede ‘perché si deve ampliare la discarica di Literno?’, mi fa pensare. Invito Papi a fare una riflessione molto naturale, e capirà senza tanti sforzi perché bisogna ampliare questa discarica.”

Glielo dica attraverso il nostro giornale. Perché bisogna ampliare la discarica di Literno?

“Perchè è esaurita, e ha bisogno di un’ulteriore area. Questo servirebbe a ridurre i costi. Il 20% dei rifiuti che l’impianto scarta devono essere conferiti in discarica, e se la discarica non c’è, anche questo 20% va in altre discariche, che non sono quella di Literno. L’ampliamento è urgente per la comunità elbana. Bosi dice: ‘Faccio rilasciare l’autorizzazione integrata ambientale dalla provincia ad Esa, però prima bisogna che ci sia l’ingresso di una nuova società’.
Onestamente, a me questa cosa sembra una cosa rischiosa, intanto perché l’ingresso di un’altra società con la nostra -conoscendo i tempi – credo che prima di un anno non si farà. Se non avremo più l’autorizzazione per gestire la discarica i comuni dovranno trovare un soggetto per farlo. Questa discarica ha dei costi molto alti, e molte responsabilità. Per approvare la delibera che riconosce Esa come soggetto gestore della discarica di Literno, la Provincia ha dato tempo ai comuni fino alla metà di marzo. Se non avremo l’autorizzazione integrata, io riconsegnerò le chiavi della discarica, e dal giorno dopo saranno i sindaci a dover trovare le soluzioni”.

Quindi lei ribadisce che l’unica priorità è l’ampliamento della discarica?

“Le ripeto: l’ingresso di altre società è un problema dei soci (dei comuni). Venerdì intanto saremo a Firenze per un incontro con Consiag, insieme all’amministrazione comunale di Portoferraio. Poi sarà il rapporto tra i sindaci e questa società a decidere, ma lo ribadisco: Consiag non gestisce rifiuti”.

Passiamo alla raccolta differenziata, perché fatica a decollare?

“Anche qui c’è una vecchia storia, che va una volta per tutte chiarita. Noi aspettiamo dai comuni le aree di stoccaggio per la raccolta differenziata seria, efficiente ed efficace. Il mio invito ai comuni è quello di non separare gli strumenti urbanistici dalla gestione dei servizi. Quando si parla di piani strutturali e regolamenti urbanistici, si pensa sempre all’edilizia. E necessario riflettere di più, per dare risposte efficienti in tema di servizi pubblici. Nel nostro caso, per ottimizzare al meglio la raccolta differenziata (siamo ad un livello ancora basso rispetto alla Provincia e alla Regione), è necessario che i sindaci, anche insieme – penso a quelli di Marciana Marina e Marciana, e di Rio Elba e Rio Marina – individuino un’area, che poi noi possiamo attrezzare per conferirvi temporaneamente le differenziate di vetro, plastica, lattine, carta, cartone, potature ecc. Questa è una condizione che c’è ovunque, qui non è ancora matura, ma bisogna farla maturare. Ricordiamo che è un impegno che si erano prese le amministrazioni nel gennaio del 2005. Stiamo ancora attendendo. Portoferraio in questo senso sta lavorando, e spero – e credo – che tra non molto ci sarà assegnata un’area dove potremo conferire i materiali. Posso dire che entro giugno presenteremo a tutti i sindaci dell’Elba un progetto, comune per comune, sulla raccolta differenziata. Auspico che da qui a quella data la condizione che dicevo prima – l’individuazione dell’area – sia definita”.

Rita Blando