LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

“CHI HA RIAUTORIZZATO IL CAMPER CON LE ANTENNE A LACONA?”

LEGAMBIENTE CHIEDE NUOVAMENTE SPIEGAZIONI SU UN' ANTENNA PER LA TELEFONIA IN MEZZO ALLE CASE A MARGIDORE

"CHI HA RIAUTORIZZATO IL CAMPER CON LE ANTENNE A LACONA?"

Da Legambiente riceviamo la segnalazione che a Margidore, nel comune di Capoliveri, sarebbe giunto in questi giorni un camper sovrastato da un’antenna semovente della telefonia mobile, pronta per essere istallata accanto a delle abitazioni e in un’area a vincolo paesaggistico.
A quanto dicono gli ambientalisti, si tratterebbe, dello stesso identico luogo dove due anni fa la stessa ditta aveva già tentato di istallare l’antenna, dovendo poi rinunciare a causa delle proteste degli abitanti della zona, ai quali non risultava oncessa neanche un autorizzazione comunale.
Oggi si starebbe ripetendo la stessa storia.
Questo il testo integrale inviatoci da Legambiente:

“Il 3 luglio 2003, a Margidore, nel Comune di Capoliveri, gli increduli cittadini si videro arrivare un grosso cubo di metallo mobile che venne piazzato in un giardino privato, al confine di un’altra proprietà e di fianco alla strada provinciale, il tutto in un’area di vincolo paesaggistico.
Si trattava di un’antenna per la telefonia mobile con la quale si cercava di scavalcare vincoli e lungaggini che comportano la costruzione di impianti fissi.
Davanti alle richieste dei cittadini che avevano avvertito LEGAMBIENTE i responsabili asserivano di aver avuto un’autorizzazione comunale che, da informazioni richieste al Comune di Capoliveri, non risultò essere stata rilasciata, mentre il sito, vicino a case e strade, era stato individuato dopo aver constatato l’impossibilità di piazzare l’impianto nello stesso terreno, troppo vicino ad una zona di rispetto del fosso dello Stagnolo.
Il tutto, senza il necessario parere Arpat che non poteva sicuramente essere concesso senza tener conto dell’esatta posizione in cui si piazzano le antenne ed i loro apparati.
Dopo le proteste dei cittadini e di LEGAMBIENTE, il Comune di Capoliveri – allora retto dal centrodestra – obbligò la recalcitrante ditta che stava installando l’antennuto cubo metallico a riportarsi tutto a casa.
I Laconesi tirarono un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. Ma a distanza di due anni l’antenna semovente è riapparsa, nuovamente a Margidore, nuovamente accanto alle case, nuovamente in un’area a vincolo paesaggistico, nello stesso identico luogo.
Chi ha autorizzato l’installazione che non era stata autorizzata due anni fa?
Si tratta – come avrebbe assicurato ad alcuni cittadini un Consigliere Comunale laconese – di una concessione vecchia? E quanto “vecchia”: del centrodestra che la aveva negata o della nuova Amministrazione di centrosinistra, oppure la nuova Giunta la avrebbe ereditata e “subita” ma pronta – a detta di qualcuno – a far smantellare l’antenna non appena messa in opera (sic)?
LEGAMBIENTE invita nuovamente il Comune di Capoliveri a chiarire come sia stato possibile rilasciare un’atorizzazione di questo genere in mezzo alle case e a revocare l’eventuale concessione.
Quella di Lacona non sarebbe la prima antenna semovente, altre sono state già piazzate, anche se non così vicine ad abitazioni ed aree sensibili, e, a quanto si dice, le compagnie telefoniche ne vorrebbero installare altre disseminate per l’Isola d’Elba.
LEGAMBIENTE invita tutti i cittadini a segnalare immediatamente al Parco, al Comune ed ai Vigili Urbani il tentativo di installare questi brutti apparati mobili con antenne telescopiche che possono raggiungere anche i 15 metri, chiedendo se esistano le autorizzazioni del Comune e dell’Arpat;
chiede a tutte le amministrazioni comunali di non concedere installazioni “provvisorie” che poi diventano inamovibili e di applicare il massimo principio di precauzione per quanto riguarda il pericolo di “elettrosmog”.
Invita tutti a segnalare a Legambiente (info@legambientearcipelagotoscano.it) l’installazione di questi apparati in aree vicine alle abitazioni, nel territorio del Parco e in zone di pregio paesaggistico”.