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ACQUA: COMITATO DI AUTOTUTELA

ELBA 2000 INTERVIENE DOPO LA LETTERA DI BOSI A KUTUFA’”NON C'È STATO, NÉ CI SARÀ UN SOLO AMMINISTRATORE, O POLITICO, DI DESTRA O DI SINISTRA O DI CENTRO, CHE ABBIA IL CORAGGIO DI METTERSI CONTRO I POTENTI DEL CONTINENTE, SOLLEVANDO UN PROBLEMA DI QUESTA NATURA. EVIDENTEMENTE, MEGLIO OCCUPARSI DEI CULI CHE DOVRANNO SEDERE SU CERTE STRAPAGATE POLTRONE CHE DI UN BENE PUBBLICO ESSENZIALE QUAL È LA SALUTE DEI CITTADINI.”

“La lettera del sindaco di Rio Marina, on. Bosi, al presidente della provincia Kutufà, è un bell’esempio di miscuglio di consapevolezza istituzionale e sapienza democristiana.
Da una parte viene denudato il fatto che nella provincia di Livorno i cittadini pagano acqua e rifiuti il doppio rispetto alle altre zone della Toscana (all’Elba – dice – sarà anche peggio), e dall’altra vengono riconosciute alle istituzioni che ne sono responsabili competenze e sensibilità. L’aspetto più grave di tutta la faccenda è che ci viene spacciata per potabile un acqua pericolosa e che quest’acqua costa agli elbani più o meno il doppio di quello che costa da altre parti. E’ dunque in corso un’azione che colpisce sia il portafoglio che la salute dei cittadini;
su questo punto, in passato, l’on. Bosi, schierandosi dalla parte degli utenti, ipotizzò addirittura di contestare le bollette. Caso anomalo, in verità: nessun sindaco aveva mai sollevato il problema della pessima qualità dell’acqua, che mette in pericolo la salute della gente; e questo nonostante il fatto che la percentuale di sindaci medici all’Elba sia la più alta dell’intero territorio nazionale.
Visto il rientro nei “ranghi” dell’onorevole Bosi (avvenuto più o meno in contemporanea con la spartizione delle poltrone presso l’Autorità Portuale di Piombino), che cercherà di risolvere il problema confidando nella “sensibilità e competenza” di Kutufà, e constatata la vergognosa assenza degli altri amministratori o politici elbani, assorbiti da tutt’altri problemi, ai cittadini non resta altro che tentare un VERA azione di AUTOTUTELA, secondo la seguente ipotesi: un numero, anche limitato, di cittadini deve costituirsi in comitato. Tale comitato dovrà darsi, come primo obiettivo, l’accertamento di questi due punti importantissimi: Primo. E’ vero o non è vero che l’acqua che arriva nelle nostre case non è potabile? Se è vero, è legittimo che il gestore ce la fatturi come acqua potabile?
Inoltre, qualora l’acqua risultasse non potabile, ciò costituirebbe sì o no un palese inadempimento delle norme contrattuali che parlano esplicitamente di fornitura d’acqua potabile? Cosa potrebbero fare i cittadini? Ad esempio, potrebbero versare un acconto accompagnato da una lettera e poi rivolgersi al giudice di pace (o ordinario, con l’aiuto di un avvocato) per fare una causa pilota. In questo, potrebbe risultare utile appoggiarsi ad una organizzazione nazionale dei consumatori. Secondo. La regione toscana si è avvalsa della deroga prevista dell’art.13 del Dl 2 feb. 2001 n° 31, che prevede l’obbligo di avvisare tempestivamente la popolazione, dando consigli e fornendo indicazioni al fine di non farle correre rischi. La Regione Toscana lo ha fatto o non lo ha fatto? Se non lo ha fatto la deroga non esiste perché ” le informazioni e le raccomandazioni fornite alla popolazione fanno parte del provvedimento di deroga. Quindi non ci può esser deroga senza che le popolazioni siano state avvertite ” In questo caso, i cittadini intraprenderanno le azioni adeguate, al fine di stabilire se nel comportamento dei funzionari politici della regione vi siano stati leggerezza, responsabilità, dolo. Questa azione di Autotutela dobbiamo attivarla noi di Elba 2000, perché non c’è stato, né ci sarà un solo amministratore, o politico, di destra o di sinistra o di centro, che abbia il coraggio di mettersi contro i potenti del continente, sollevando un problema di questa natura. Evidentemente, meglio occuparsi dei culi che dovranno sedere su certe strapagate poltrone che di un bene pubblico essenziale qual è la salute dei cittadini.”

Elba 2000