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2 GIUGNO UN OCCASIONE PER DIFENDERE LA COSTITUZIONE

MAROTTI: “FARE MEMORIA E FESTEGGIARE IL 2 GIUGNO COME OCCASIONE PER DIFENDERE LA COSTITUZIONE E PER VERIFICARE IL LIVELLO DI DEMOCRAZIA”.

Il 2 giugno ricorderemo la nascita della Repubblica (il prossimo anno sarà il
sessantesimo). E’ l’occasione per fare memoria anche della contemporanea
elezione dell’Assemblea costituente che ebbe il compito di redigere la nuova
Costituzione italiana.
Oggi la validità della Costituzione viene messa in discussione in alcuni suoi
punti fondamentali. Per questo occorre cogliere ogni occasione per evitare che
si attuino propositi distruttivi.
E’ da ritenere necessaria una riflessione approfondita e condivisa per
scongiurare rischi alla qualità della nostra democrazia.
Costante deve essere la difesa di quei valori fondamentali (libertà, giustizia,
pace) che sono il risultato dell’intelligente e appassionato confronto di
importanti e non improvvisati filoni culturali. Chi si sente nel solco di tali
ispirazioni culturali non può non essere preoccupato e, perciò, impegnato per
la loro riaffermazione contro ogni tentativo di stravolgimento (visibile nel
progetto di riforma approvato dall’attuale maggioranza di centrodestra).
Deve essere criticato ogni attentato all’unità nazionale (la devoluzione –
bossiana – intacca il principio dell’uguaglianza dei cittadini), così come un
federalismo inadeguato (che non fa luce sull’autonomia degli enti territoriali,
specie sul versante finanziario, e sul ruolo e le funzioni del Senato
federale). I maggiori rischi per la democrazia vengono dall’attribuzione di un
ruolo prevalente al Capo del Governo rispetto alle sedi della rappresentanza
popolare (assemblee elettive) e alle autorità di garanzia (Presidente della
Repubblica e Corte Costituzionale). Inaccettabile è un passaggio da un sistema
parlamentare ad uno presidenziale governativo, con un Parlamento sminuito. Come
è inaccettabile, sul versante delle garanzie, la sottrazione di potere al Capo
dello Stato e la limitazione dell’indipendenza della Corte Costituzionale. Una
conferma di tale progetto aprirebbe la strada a forme autoritarie.
Fare memoria del 2 giugno 1946 vuol dire impegnarsi per un futuro all’altezza
delle intuizioni di fondo della Costituzione vigente. Fare memoria vuol dire
anche verificare, nel nostro piccolo, se il presente appare in linea con tale
spirito ed eventualmente sviluppare le potenzialità delle istituzioni
democratiche.
Per fare qualche esempio. Il primo: valorizzare il ruolo delle assemblee
elettive (fra cui i consigli comunali, comprensoriali), rafforzandone le
prerogative di indirizzo e di controllo dell’operato dell’esecutivo,
riconoscendone concretamente l’autonomia (anche con l’istituzione di ruoli
super partes) e favorendo l’esercizio di rappresentanza. Il secondo: investire
in partecipazione. Non solo attraverso l’individuazione di appositi istituti
(necessari) ma anche con uno stile di approccio ai problemi e, prima di tutto,
alle persone, ai cittadini, tale da costituire un effettivo rinnovamento della
politica nelle “acque” dei principi costituzionali. Quelli vigenti, scaturiti
da quella straordinaria esperienza che fu l’Assemblea Costituente.

Nunzio Marotti consigliere e assessore comunale