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LEGAMBIENTE: “QUELLA DEL WWF SULL’EOLICO E’ UNA CROCIATA IN STILE LEGHISTA. SI STUDINO LE SENTENZE, INVECE DI OFFENDERE!”

SI FA DURISSIMO –ALL’INTERNO DEL MONDO AMBIENTALISTA- LO SCONTRO SULL’ENERGIA EOLICA ALL'ELBA. ALL’ALLARME DEL WWF CHE AVEVA BOCCIATO IL PROGETTO (“IL GIOCO NON VALE LA CANDELA, LE ISOLE DELL’ARCIPELAGO NON SONO ADATTE”) IL CIRCOLO DI LEGAMBIENTE RISPONDE CON DUREZZA: “UNA PICCOLA PROVOCAZIONE, E’ DIFFICILE SCENDERE SUL LORO PIANO”

LEGAMBIENTE: "QUELLA DEL WWF SULL’EOLICO E’ UNA CROCIATA IN STILE LEGHISTA. SI STUDINO LE SENTENZE, INVECE DI OFFENDERE!"

E’ arrivata, molto dura, la replica del circolo locale di Legambiente alla netta presa di posizione dei colleghi ambientalisti del WWF, che avevano bocciato seccamente l’utilità e l’opportunità dell’energia eolica all’Elba. “Si tratta solo di una bandiera da sventolare, non porterà nessun beneficio –aveva detto l’associazione del Panda, lanciando il suo monito contro il devastante effetto che avrebbero per il paesaggio elbano le torri, e le infrastrutture necessarie a costruirle.
Questa la lunga replica di Legambiente, che considera invece l’eolico una priorità:

“E’ veramente difficile scendere sul piano degli amici del WWF che con toni
da crociata, ci accusano di aver fatto un patto col diavolo e di voler
svendere boschi, foreste e ambiente dell’Arcipelago Toscano ai costruttori
dell’eolico.
Ci sembra la provocazione piccina picciò di una grande Associazione che sceglie di rinchiudersi in un angusto fortilizio, guardando più ad una polemica miope con qualche Comune poco gradito che al disastro ambientale e climatico che, secondo l’ONU, potrebbe rendere invivibile il nostro pianeta in 50 anni.
La cosa assurda è che il WWF giustifichi tutto ciò con questa argomentazione di stile leghista: “il clima si studia ed evolve a livello planetario, e di livello pure planetario devono essere le soluzioni. Quello
che farà o non farà l’Elba, su tale scala sarà del tutto insignificante”.
Esattamente la tesi di Berlusconi e di Bush e degli altri negatori della necessità del protocollo di Kyoto. Complimenti!
Noi sull’Eolico non abbiamo sottoscritto nessun patto col diavolo, abbiamo invece sottoscritto un protocollo con Ministero dell’Ambiente (Ronchi), Federparchi, Unione delle Comunità Montane, Unione delle Province, Unione dei Comuni delle Isole Minori che si intitola “Energia nei Parchi” e vorremmo che fosse finalmente applicato.
Il 16 febbraio 2005 il Protocollo di Kyoto è entrato finalmente in vigore.
Legambiente e l’intero movimento ambientalista mondiale, hanno festeggiato
questa data come una propria vittoria, e come un passo decisivo verso quella
“rivoluzione” nelle politiche energetiche, fondata sul miglioramento dell’efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, che sola può fermare i mutamenti climatici e sconfiggere anche i fenomeni più localizzati di inquinamento e di spreco energetico.
L’Italia, che pure ha sostenuto dall’inizio il Protocollo di Kyoto e l’ha ratificato tra i primi, è in gravissimo ritardo rispetto gli obiettivi che il trattato ci assegna: le nostre emissioni devono diminuire del 6,5% entro
il 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990, fino ad oggi sono cresciute di oltre il 10%. Le ragioni di questa arretratezza sono evidenti: pochissimo è stato fatto per migliorare l’efficienza degli usi energetici – nei consumi domestici, nell’industria, nei trasporti – quasi nulla per incentivare le
nuove fonti rinnovabili come l’eolico e il solare, che pure in molti Paesi europei sono in rapida crescita.
Per Legambiente ad ogni livello –nazionale, regionale, locale – è un obiettivo prioritario invertire queste tendenze negative, battersi per politiche energetiche fortemente orientate a promuovere l’efficienza e il risparmio e a ridurre progressivamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili e in particolare dal petrolio e dal carbone. A questo scopo abbiamo lanciato la campagna “Cambio di clima”, che si rivolge ai cittadini, alle imprese, agli amministratori locali per sensibilizzarli a scelte e a comportamenti energetici innovativi. E’ nostra convinzione che riformare radicalmente, anche all’Elba, il nostro sistema energetico rendendolo più
efficiente e meno dipendente dal petrolio, sia una prospettiva conveniente
anche in termini squisitamente economici e corrisponda dunque anche all’interesse di accrescere la capacità competitiva dell’economia. Per questo stiamo preparando una proposta di Piano energetico per l’Elba, che presenteremo tra breve, che prevede eolico, solare e biodiesel e che non interferirà con ZPS ed aree particolarmente delicate. In questo siamo sostenuti e confortati dall’aiuto e dal concreto apporto di esperti di livello nazionale ed internazionale ma anche di chi fa politica ambientalista nelle Istituzioni.
Tra le energie pulite e rinnovabili, quella eolica è oggi una delle più promettenti e mature. Ancora più strategica potrà essere, in futuro, la diffusione del solare fotovoltaico, che resta per il momento frenata dal ritardo nell’implementazione di adeguati strumenti di agevolazione e
incentivazione. Per tutto questo, Legambiente è impegnata perché in Italia
il ricorso alla fonte eolica cresca rapidamente e significativamente.
Attualmente nel nostro Paese la potenza eolica installata supera di poco i 1000 Megawatt, contro i 16000 della Germania, gli 8000 della Spagna, i 3000 della Danimarca. Tra le ragioni che hanno impedito finora un adeguato sviluppo dell’eolico, o che quanto meno tra gli alibi che hanno facilitato l’azione di quanti contrastano la diffusione dell’eolico, vi è anche la frequente opposizione,variamente motivata, di gruppi e comitati locali alla
realizzazione di nuovi impianti, che trova alimento in posizioni generali come quelle del WWF elbano che presentano l’eolico come nemico dell’ambiente.
Legambiente rifiuta radicalmente queste impostazioni. Come ogni infrastruttura, anche gli impianti eolici vanno ovviamente realizzati tenendo conto di quei valori paesaggistici e dei vincoli ambientali che per Legambiente sono componente essenziale per un equilibrato sviluppo locale e che ci hanno spinto, in più di un’occasione, a giudicare inadeguati singoli progetti di impianti eolici. Ci comporteremo nella stessa maniera anche all’Elba.
Ma non possiamo in alcun modo accettare iniziative pregiudizialmente contrarie all’eolico, né tantomeno i toni apocalittici del WWF che sarebbero forse più consoni alla costruzione di una centrale nucleare.
E’ strano che il WWF si accorga soltanto oggi che all’Elba si sta per realizzare un elettrodotto ad anello che seminerà i monti e le foreste dell’Isola di 110 grandi piloni. Noi invece siamo partiti proprio da lì,facendo precise osservazioni, collaborando con il Parco Nazionale perché ponesse precisi limiti paesaggistici ed ambientali e minimizzasse l’impatto
sulla avifauna e la flora. Dobbiamo dire che le nostre richieste sono state integralmente recepite – nella Valutazione di Impatto Ambientale – da Parco e Regione e l’Enel si è dovuta adeguare. Ma, proprio perché consideriamo quel progetto frutto di una vecchia concezione della distribuzione e produzione dell’energia, abbiamo cercato di superarlo con proposte innovative e di minore impatto ambientale. Noi non siamo e non saremo mai tra quelli che dicono: “Me ne frego, ci pensino gli altri a risolvere problemi che sono di tutti”.
Con il WWF abbiamo fatto numerose battaglie per la tutela del paesaggio,
della flora e della fauna, arrivando a presentare ricorsi al TAR e giungendo
fino al consiglio di Stato, a volte abbiamo vinto con grande soddisfazione, raramente ci è stato dato torto, ma ci siamo sempre conformati con rispetto alle sentenze. Ebbene, il WWF dell’Arcipelago dovrebbe riflettere, invece di offendere, su due recentissime sentenze che riguardano la realizzazione di impianti eolici in aree, come la nostra, di particolare pregio ambientale: Il 9 marzo il Consiglio di Stato ha accolto un ricorso della Enel Greenpower contro il veto del ministero per i Beni culturali alla costruzione di un impianto in Molise. Per l’organo di giustizia amministrativa è più importante perseguire gli obiettivi del Protocollo di Kyoto (vedi sentenza allegata); subito dopo il TAR Siciliano ha dato ragione all’Enel Green Power contro la Regione Sicilia che aveva negato l’autorizzazione alla localizzazione di impianti per la produzione di energia eolica, motivando il rifiuto «al fine di tutelare globalmente o frammentariamente zone in cui un inidoneo processo di antropizzazione stravolgerebbe definitivamente un equilibrio del paesaggio di particolare bellezza». Il Tar ha richiamato la Regione a trovare un soluzione di compromesso tra le istanze industriali e produttive e quelle di tutela.
Se continuerà a vincere queste battaglie l’eolico potrà confermare la
tendenza del 2004, con 357 MW installati, avvicinandosi così agli obiettivi posti dal Libro bianco nazionale per il 2010-2012, individuati in 2.500-3.000 MW. Secondo l’Ises, sezione italiana dell’International energy society, la potenza eolica installata lo scorso anno porta il totale a
1.261,46 MW con un incremento annuale di quasi il 40% e di 3 volte superiore all’installato in tutto il 2003. Crediamo che le nostre ventose e bellissime Isole possano essere protagoniste nella produzione di energia pulita, rinnovabile e che faccia respirare il Pianeta.”