LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

IL RISPETTO PER LA MORTE

IL DOLORE VERO SI ACCOMPAGNA AL SILENZIO

Confesso di essere lontano dall’essere quel buon cristiano colmo di fede che spende meravigliose parole in memoria del Papa. Ma di contraltare al religioso fideista non posso esimermi dall’esternare che questa
che viviamo è un’isteria mediatica che, in sé, meriterà d’essere meditata. Cos’ha, tutto questo, a che vedere con la fede? Semmai abbiamo sotto gli occhi un fenomeno d’idolatria mediatica, che esige il rivoluzionamento del palinsesto, ma rispetta religiosamente lo spazio della pubblicità. I giornali sabato scorso sono arrivati in ritardo, attendendo di stampare la notizia di una morte non sopravvenuta, ma il loro condolente cordoglio non ha impedito la distribuzione degli inserti patinati, contenitori esclusivi di pubblicità, come al solito propinata a suon di cosce ed altri quarti di femmina, mentre domenica a
morte avvenuta, la Formula 1 ha continuato a correre non concedendo nemmeno un minuto di riflessione e cordoglio.
Lo ripeto, non ho i numeri per impartire lezioni, ma penso che la morte, quando è un dolore vero, si debba accompagnare al silenzio. Per credenti e non credenti come me è comunque un passaggio misterioso (ricordo ai tanti che oggi predicano certezze, che Gesù dubitò, sulla croce). Di Giovanni Paolo II°, questo uomo che al di là della religione retorica ha saputo risvegliare in me, non certo una luce sulla via di Damasco, ma una profonda riflessione che non credevo possibile , ho sotto gli occhi, invece, una gazzarra funeraria che non si accorge di calpestare la teologia, perché non la conosce, ma travolge anche il buon gusto. Insomma, quando infine ho letto sulla prima pagina di un quotidiano che il messaggio dei bambini (poveri pargoli) al defunto è: “Salutaci Padre Pio e Madre Teresa”, ho versato una lacrima ed ho urlato in silenzio: abbiate un po’ di rispetto!

Anonimo