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“Gli elbani bevono l’acqua salata”

Ennesimo "caso-Elba". Appello alle istituzioni: "Non lasciateci soli"

Un altro caso Elba (l’ennesimo): pare che gli elbani mangino l’erbino e bevano l’acqua salata. Dite che sono impazzita? Allora sentite questa: con il “Rapporto 2004” sulla “Legalità e giustizia sociale per una Toscana più sicura”, la Fondazione Caponnetto ha fatto scoppiare il “caso-Elba” isola dell’illegalità.
Ma in cosa consiste questo caso?
Quelli che la Fondazione chiama “segnali inquietanti” sono: 1) l’attività economica turistico-alberghiera, che si presta ad essere un’occasione ghiotta per i potenti gruppi criminali dediti al riciclaggio e all’usura. 2) Le numerose nuove costruzioni e relative assegnazioni di alloggi in cooperativa e di alloggi pubblici, che rendono teoricamente possibili speculazioni economiche e a danno dell’ambiente. 3) L’Isola di Pianosa, potenzialmente un oggetto del desiderio speculativo. 4) La presenza di numerosi locali notturni con donne provenienti dall’est europeo, comparabile con quanto avvenuto sulle coste della Versilia infiltrate dalla mafia. 5) I numerosi suicidi. 6) I numerosi incendi boschivi e di autovetture.
Oplà! Il caso elba è servito.
Ecco, senza nemmeno menzionare questioni che pure molti sollevano (come il danno d’immagine che subiamo noi elbani) viene da chiedere: Come si fa a dare un giudizio così impegnativo (c’è chi direbbe offensivo), come si fa, basandosi su elementi del genere? Gli incendi, le donne dell’est.. Fateci vedere i dati, le statistiche, le cifre, i supporto scientifici.
Si ha l’impressione che la diagnosi (l’Elba a rischio legalità) preceda la visita e l’esame dei sintomi. Che si tratti insomma di un bel pre-giudizio.
Ora il problema è che questa diagnosi frettolosa, questo allarme Elba, fondato poco più che sul sentito dire, fonderà a sua volta documenti relazioni, indagini, atti che peseranno, in qualche modo, sul mostro futuro. Vedremo come.
Intanto un nostro cugino conosce uno che ha visto due elbani che…mangiano l’erbino e bevono acqua salata! Io e tre mie amiche siamo molto preoccupate, e buttiamo giù 5 comunicati per lanciare l’ “allarme acqua salata”.
La LENCAS, la Lega Nazionale Contro il Consumo dell’Acqua Salata, aprendo google trova dieci risultati: “Gli elbani bevono acqua salata”; e giustamente lancia un allarme contro il consumo di acqua salata all’Elba. Un parlamentare in campagna elettorale, il venerdì sera, prima di partire per Follonica dove trascorre i fine-settimana, firma un’interpellanza (preparata dal suo assistente) e rivolta al Ministro della Sanità, per sapere se gli risulti il grave fenomeno del consumo di acqua salata all’Elba. La Regione istituisce una commissione che raccoglie undici comunicati e due allarmi della LENCAS (la Lega Nazionale Contro il Consumo dell’Acqua Salata) e sancisce che si, è vero, bisogna fare qualcosa per impedire questo malcostume. Ne discende che l’Assessore alle Buone Maniere della Regione fa stanziare nel Bilancio Regionale 1 miliardo per il Piano Straordinario Regionale per le Buone Maniere all’Elba, e apre uno sportello, in cui vado a lavorare io, e tre volontarie amiche mie. Se lavoriamo sodo nel giro di un paio di anni estirperemo la piaga del consumo di acqua salata, ma abbiamo bisogno della solidarietà di tutti i cittadini. Stateci vicini, non lasciateci soli.
Il meccanismo non sembra molto diverso. Ah, ci sono le indagini, è vero. Ma sono appunto, indagini. Allora facciamo così: io sono preoccupato perché secondo me qualcuno sta sollevando un polverone sull’Elba, denigrandoci, e perché molti politici invece di fare politica, intendono usare questo polverone per scopi politici e di potere. Quindi la Fondazione lancia l’allarme criminalità. Io lancio un allarme per l’allarmismo che si fa sulla legalità. Facciamo un patto: aspettiamo le sentenze, se saranno più di tre, le sentenza di colpevolezza passate in giudicato, allora avevano ragione quelli della Fondazione. Se le condanne definitive saranno meno di tre allora avevo ragione io. Il problema, all’Elba, non era l’illegalità, ma questo vuoto di politica, che molti riempiono di generico moralismo. E di giustizialismo.
Stiamo a vedere

Doriana FALLACE