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Portoferraio, verde pubblico e non solo

Di Associazione Responsabilità in comune

Portoferraio, verde pubblico e non solo

Assistiamo allibiti all’inverosimile scempio del verde pubblico, anzi del verde tout court perpetrato per mano dell’ennesima amministrazione portoferraiese nemica del verde, dell’ombra, del fresco, dell’accoglienza e del benessere urbano. Ci chiediamo come sia possibile che ancora una volta non si capisca che il verde urbano, soprattutto in una città di pietra come Portoferraio, vada incrementato quanto più possibile e non mano a mano distrutto e annientato. Ancor più raccapricciante appare l’episodio se si considera che l’attuale amministrazione si sta distinguendo per il nulla assoluto che riesce a combinare, tanto che viene da chiedersi quale sia mai stato lo scopo di impadronirsi del Comune quando appare del tutto evidente che il cardine principe di questi amministratori sia l’immobilismo più assoluto che arriva a bloccare qualsiasi attività, anche quella di ordinaria manutenzione e amministrazione. Ci dovrà pur essere concesso che siamo stati sempre molto attenti a non cadere nella polemica e nella critica sterile e prevenuta, ma che anzi si sia cercato, come Associazione, di dare un contributo di idee e suggerimenti.

Per fare un esempio recente quando abbiamo proposto di liberare almeno per la durata della residua stagione turistica dal traffico veicolare la Calata e il centro storico in modo da dare la possibilità alle attività commerciali di avere più spazi per effettuare il distanziamento imposto dalle regole anti-Covid-19 senza perdere posti disponibili. Abbiamo atteso, salvo quando proprio non abbiamo potuto fare a meno di intervenire a tutela di interessi comuni (vedi la vexata quaestio dell’Alto Fondale e del suo nocivo e devastante allargamento), che l’Amministrazione si insediasse e avesse modo di emendare la situazione generale compromessa lasciata in eredità dalla precedente. Tuttavia l’ennesimo episodio che ha visto abbattere due platani sanissimi, che ricordiamo necessitano di anni e anni per crescere, in una zona che negli anni ha subito continui interventi dagli effetti perniciosi ci determina a esprimere tutto il nostro dissenso su un’operazione dannosa e del tutto inutile alla comunità. E cogliamo l’occasione per mettere in evidenza come gli Amministratori stiano, con il loro immobilismo e disinteresse, causando un danno e un disagio dietro l’altro.

La lista sarebbe lunghissima, ma ci limitiamo a sottolineare che:

1) il nostro suggerimento sopra citato aveva evidentemente incontrato il favore dei commercianti e delle attività del centro storico vista la protesta avvenuta nei giorni scorsi proprio perché il Comune, che pure aveva promesso in campagna elettorale e ancora durante la riunione pubblica al semestre di amministrazione di togliere finalmente il parcheggio da Piazza della Repubblica, niente ha fatto in questo senso. Fra l’altro proprio liberare Piazza della Repubblica avrebbe dato il destro di prendersi cura di quello che era il polmone verde del centro storico ormai ridotto a un panorama osceno di platani stenti affondati nell’asfalto;

2) altro esempio di immobilismo sono le convenzioni, Abaco e ascensori in testa: sono scadute da mesi sia quella per la gestione dei parcheggi sia quella per la manutenzione degli ascensori e nessuno si è preoccupato di rinnovarle o stipularne altre, ma ovviamente si sono guardati bene dall’evitare le multe col bel risultato che i cittadini si trovano multati, con nessun referente cui fare ricorso e, nel caso degli ascensori, impediti a utilizzarli. Il che causa che la Gattaia sia inutilizzabile per chi non possa sobbarcarsi le scale e che l’accesso alla Dogana e all’Autorità Portuale sia reso difficoltoso. Difficoltà, quest’ultima, che aumenta dal momento che dietro il palazzo di Coppedé dove pure erano stati designati dei parcheggi il pericolo derivante dalla caduta di tegole ha determinato il Comune a porre una fila di jersey per impedire il parcheggio. Risultato: il caos per chiunque intenda recarsi a tutti gli uffici ed esercizi che lì si trovano.

3) Dopo due mesi e mezzo di lockdown che forse potevano essere messi a frutto molto meglio si è concordato (concordato?) con l’Autorità Portuale la riasfaltatura della zona portuale, e solo di quella ovviamente, lasciando nella devastazione tutte le altre strade del paese incluso viale Einaudi che ormai assomiglia alla strada per Saigon durante la guerra del Vietnam per non parlare della strada dell’Enfola che di quella per Saigon ha anche la vegetazione che la invade. Il tutto avendo già perso due mesi di stagione e considerando che le vie summenzionate sono quelle per le spiagge e i pochi alberghi rimasti ormai attivi.

4) Di tutte le concessioni, balneari e di suolo pubblico, non si sono avute notizie dopo aver adombrato l’idea di allargarle (intenzione di nuovo dannosa e illegale, per buon peso). Eppure ci risulta che vadano rinnovate e, secondo il nostro parere, anche riconsiderate. E’ vero che non sono state concesse da questa Amministrazione, ma niente vietava di ritrattarle ed eventualmente non rinnovarle, anzi!

Potremmo continuare per altre dieci pagine, abbiamo solo riportato esempi che ci sono venuti in mente assistendo allo scempio di ieri, ennesima dimostrazione di come l’Amministrazione non stia provvedendo a nessuna delle urgenze ormai croniche del paese, ma che si faccia vedere sporadicamente e per compiere operazioni che suscitano il massimo sdegno, ben testimoniato anche da altri interventi del medesimo tenore del presente.

Ricordiamo che per nascere o rinascere (Cosmopoli rinasce) bisogna prima dar luogo almeno ad una copula e ci chiediamo: a quando il lieto evento?

Associazione Responsabilità in comune