LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

La fame è tornata a farsi sentire nelle case e anche in strada

Di Francesco Semeraro

La fame è tornata a farsi sentire nelle case e anche in strada

Code mai viste al Banco di Pegno di Torino. Agitazioni davanti alle Banche nel Barese. In molte località del sud gente fa la spesa e paga con quello che ha in tasca che a volte non è neanche la metà di quello che ha nel carrello. E’ una bomba sociale pronta ad esplodere.

Se non si stabilisce e non si decreta con fermezza senza fronzoli o tentennamenti la fase 2 come aspetto economico e aspetto sociale, gli Italiani rischiano la fame quella fame che è stata causa di gravi disordini e rivoluzioni. Dobbiamo andare oltre le mascherine e le polemiche politiche, ora può arrivare la sofferenza della fame.

Alla stabilità non aiutano certo 40 giorni di attività bloccate, di stipendi congelati, di bonus non per tutti, di cassa integrazione che tarda ad arrivare e non tutti la prenderanno. Questo stato di cose sta producendo forti tensioni e la fila di gente che si ingrossa davanti al Banco dei Pegni in attesa di impegnarsi la collanina della nonna o la fede nuziale è un chiaro segnale che dopo non ci sarà più nulla da mangiare e si potrebbe arrivare anche all’idiozia di vedere come nemico chi il 27 ritira lo stipendio. Alla crisi sanitaria non eravamo preparati, a quella economica dobbiamo metterci mano il più presto possibile altrimenti sarà una vera tragedia. Dramma che colpirà ancora una volta i più deboli, disabili e gli anziani soli che non vanno, perchè non possono o perchè non sanno dove andare, a chiedere aiuto per curarsi o per mangiare perchè non tutti sanno e non tutti riescono a raggiungere i luoghi di distribuzione pacchi alimentari e buoni pasto. Il povero non è solo chi va a chiedere un aiuto, un sostegno o un buono pasto, ma è bisognoso anche chi è impossibilitato a farlo che una attenta ricerca può scoprire e questo può avvenire solo se la pubblica Amministrazione collabora con le realtà dell’associazionismo e del volontariato.

Francesco Semeraro