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Caro- affitti e centri storici desertificati: “Una piaga”

Confcommercio denuncia: "Situazione preoccupante rilevabile in particolare a Portoferraio ma non solo". "Troppe speculazioni dei possessori di fondi, ora serve senso di responsabilità di tutti". Il problema delle chiusure invernali, un appello al senso etico e la richiesta ai Comuni: "Incentivi e deterrenti"

Caro- affitti e centri storici desertificati: "Una piaga"

Un problema per gli esercenti ma anche per i paesi. Confcommercio denuncia la desertificazione dei centri storici elbani, e chiede senso di responsabilità e misure per contrastare quella che chiama una “piaga sociale”. Il discorso parte dalla constatazione della “preoccupante situazione di fondi commerciali sfitti, particolarmente evidente nel centro storico di Portoferraio, ma rilevabile anche in altre zone della città e nei vari paesi elbani”. “Un problema che – avverte l’associazione di categoria del settore – impone una serie di riflessioni”, e che si deve affrontare “con senso di responsabilità sociale da parte di tutti”.

“Purtroppo in passato – rileva Confcommercio – si è ampiamente diffusa la mentalità per cui il possessore di fondi o di attività commerciali, cedendo in affitto le medesime si assicurava un introito sovente pari, se non superiore, a quanto il locatario riuscisse in effetti a realizzare per sé e per la propria famiglia, ancorché messa tutta all’opera. Una comoda speculazione, per onor di cronaca non generalizzata, ma alquanto diffusa, che ha consentito a molti di vivere di rendita sul lavoro e i rischi altrui”. Confcommercio “si sente in dovere di evidenziare questa anomalia, che in tempi difficili come quelli attuali necessiterebbe di una coscienziosa revisione da parte dei possessori di immobili commerciali”. E fa un appello all’interesse generale: “Un concetto, questo, estremamente attuale, in un momento di forte lotta all’evasione e di collettiva ribellione allo sperpero di denaro pubblico”.

C’è anche il problema delle chiusure invernali: “Le vetrine e le verande spente per diversi mesi all’anno, purtroppo contribuiscono a far morire i centri stessi. Se per le attività prettamente stagionali, quelle poste sulle spiagge o fortemente decentrate, la sola apertura nei mesi estivi è più che logica, rimane discutibile la decisione di stare chiusi nel centro per molti lunghi mesi. Sempre per quel senso etico che ci è tanto caro, se ne dovrebbe avere consapevolezza, agendo di conseguenza e organizzandosi in modo tale da assicurare un servizio anche nei mesi di bassa stagione, chiudendo a rotazione”. Ora la possibilità di un intervento pubblico è ovviamente complicata dalle misure di liberalizzazione del commercio: oggi è lasciata ampia facoltà al singolo operatore di agire come meglio crede, sia in materia di orari che di tipologie merceologiche, in un eccessivo affidamento alle dinamiche di mercato.

Confcommercio auspica “che le amministrazioni comunali, e quella di Portoferraio in primis, in un quadro di misure incentivanti e deterrenti, possano incidere al riguardo, favorendo le attività che coraggiosamente stanno aperte tutto l’anno e invogliando le altre a fare altrettanto”. Una questione su cui, proprio parlando con Teletirreno, il sindaco Roberto Peria era già intervenuto.

“Da parte nostra, se richiesto – dice Confcommercio – siamo totalmente disponibili ad offrire il nostro contributo, per vedere di conciliare da una parte le esigenze dei vari gestori e commercianti, e dall’altra quelle della comunità, cercando di favorire un’alternanza nella chiusura per ferie delle varie attività, onde assicurare un dignitoso servizio al pubblico anche nei mesi invernali ed un contributo a mantenere viva la città”.

“Ma auspichiamo soprattutto – conclude l’associazione – una seria riflessione da parte dei proprietari di fondi sfitti e di quelle attività in funzione, il cui esoso canone d’affitto sta mettendo in seria difficoltà i gestori: se chiudono gli esercizi commerciali, muore il centro e ne perdiamo tutti. Vogliamo poter credere in un solidale slancio di ‘elbanità’ e nella responsabilità sociale di proprietari di immobili commerciali ed aziende concesse in gestione, affinché sappiano prendere atto dei forti cambiamenti economici in corso e coraggiosamente si decidano ad assestare i costi di locazione, quelli particolarmente elevati, su parametri più equi e confacenti”.